13 ott 2019

UNA STORIA ROMANTICA SULLA PUTREFAZIONE

Un cortometraggio può essere piacevole e intenso come una pellicola di due ore?
Risultati immagini per durante la morte di davide scovazzo cortometraggioDirei di si ed è il caso di "Durante la morte" ,un breve filmato di 11 minuti che racchiude in così poco tempo tanti elementi per essere definito un buon horror.
L'autore è il giovane Davide Scovazzo, un filmmaker genovese già autore di altri cortometraggi
Il corto è stato girato in digitale interamente a Genova,tra architetture indubbiamente inquetanti e decadenti.Il soggetto e la sceneggiatura, basati su uno scritto di Niccolò Ammaniti, sono firmati dallo stesso Scovazzo.
Ispirato al film "Io sono leggenda",il protagonista (Enrico Luly) si sveglia e ben bardato comincia la sua triste giornata senza una precisa meta.Si muove in luoghi plumbei e dalle architetture squadrate e labirintiche oppure all’interno lugubre della sua casa:lo stile (almeno negli esterni) è quasi espressionista, l’atmosfera opprimente e rarefatta.
La giornata non è altro che una medesima metodica incontro-rivelazione-rivelazione-fuga,infatti perché l'attore non fa altro che incontrare non morti che si comportano come vivi e scappa da loro per ben quattro volte.
Ad un certo momento il protagonista si concede una pausa  venendo catturato e così termina la prima parte della storia.Il seguito rivelerà in realtà chi sono quei non morti,ovvero ricordi che il protagonista si costringe a rivivere in continuazione come se fosse in una sorta di doloroso e malinconico limbo.
La prima cosa che si nota in questa opera è l'importanza che si dà alla voce fuori campo,resa con maestria dalla voce calda di "Garbo",che sovrasta la precarietà della recitazione degli attori.
Il comportamento dei non morti porta al richiamo il film di Romero,"La terra dei morti viventi",dove gli zombie non si riconoscono come tali e rimpiangono e perpetuano la propria vita passata,cercando in qualche modo di tornare a svolgere la vita quando erano vivi.
Il discorso apocalisse non viene raffigurata dall'ambiente esterno con desolazioni o atti di violenza,ma è introspettiva,meno palese e molto incisiva.
Le location sono molto belle e inquetanti,infatti trasmettono allo spettatore uno stato di desolazione e angoscia.La fotografia porta la firma di Marzio Mirabella ed è curata nei minimi dettagli.
L'unica  pecca è il trucco poco curato dato che i non morti sembrano avere delle maschere in stile halloween.La rappresentazione dei volti in putrefazione sono stati curati da Francesco Fabiani, allievo e collaboratore di Giannetto De Rossi, autore degli effetti speciali di numerosi film di Fulci.
Lo stile "fulciano è reso anche dal brano musicale "Irrealtà di suoni" di Fabio Frizzi,preso dalla colonna sonora de"La paura dei morti viventi".Difatti al primo ascolto ho subito pensato che la prima sinfonia appartenesse ai film del grande regista sopra citato.Gli altri brani sono le atmosfere inquetanti e psichedeliche di Luca Sommariva,eseguite per l'occasione dalla band "Insects are sexy".